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L’Italia è un territorio geologicamente giovane nonché di antica e densa antropizzazione, reso fragile dagli eventi naturali. Il patrimonio, nelle sue componenti storiche, paesaggistiche, naturalistiche, infrastrutturali, edilizie e industriali, è esposto a un insieme di rischi ambientali che, oltre le perdite materiali, ha causato negli ultimi 100 anni circa 120.000 vittime.

Per l’Unione Europea, da anni, la prevenzione dei rischi ambientali è una delle principali priorità politiche. È quindi necessario operare con strategie e politiche di mitigazione, per agire sulle cause, e di adattamento, per limitare gli effetti.

Il quadro attuale delinea un ambito legislativo ampio e articolato, strategie di valutazione e mitigazione delle condizioni di rischio molteplici, diversificate e peculiari, con una visione dei problemi però strettamente settoriale. Le informazioni disponibili non appaiono correlate tra loro e, a volte, non sono correlabili anche per la scala alla quale le singole analisi sono condotte; gli interventi di prevenzione e mitigazione appaiono ancora episodici. Inoltre, le azioni fino ad oggi intraprese non considerano la necessità che le popolazioni acquisiscano consapevolezza dei rischi e delle opportunità di contribuire, modificando i comportamenti, alla loro mitigazione e quindi conseguano la capacità di gestire il territorio in modo sicuro e sostenibile.